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La committenza espresse due desideri: poter vivere al centro di una città storica come Firenze, ed avere un abitazione in cui lo spazio identificasse in una visione unitaria e organica le diverse funzioni della casa, al fine di esprimere uno stile di vita giovane e più vicino alle aspirazioni della società contemporanea.

La struttura esistente, sita al piano terra di un palazzetto storico, ha rivelato immediatamente la propria matrice, caratterizzata da spesse pareti in laterizio e pietra. La prima necessità è stata quella di spezzate la monoliticità dello spazio, per “liberarlo” creando un percorso fluido, circolare; una sequenza da vivere attraverso episodi di contrazioni e dilatazioni.

La scelta di privilegiare la direttrice orizzontale è stata dettata dall’idea di creare uno spazio “misurabile con lo sguardo”… un habitat familiare, intimo, in cui scorre la vita quotidiana, senza frammentarla in singole unità-stanze isolate dagli ambienti circostanti.

Dal punto di vista tecnico, tali ispirazioni si sono concretizzate grazie ad un’opera di rifondazione del fabbricato e all’uso dell’acciaio (pilastri e travi) per annullare le pareti preesistenti.

Il progetto manifesta l’intento di integrare la linearità degli spazi abitativi contemporanei con la tradizione architettonica espressa dagli edifici dei tessuti storici urbani. In tal senso, è estremamente significativo il rapporto dialettico tra la grammatica spaziale della tipologia abitativa tradizionale, connotata da un deciso sviluppo verticale e le nuove direttrici espresse dal progetto architettonico che privilegia l’orizzontalità spaziale.

Gli arredi, ognuno dei quali è stato progettato ad hoc e fatto realizzare da artigiani locali, sono parti fondanti del progetto. In molti casi, lì dove necessario, sostituiscono le pareti in quanto elementi divisori, al fine di rendere lo spazio più fluido ed omogeneo.

Anche la luce, naturale e artificiale, è stata “progettata” per amplificare o individuare in modo puntale le modalità di fruizione della casa. La scelta dello stucco a grassello di calce contribuisce a creare un illuminazione diffusa, per esaltare e prolungare i momenti di luce naturale e per accentuare la sensazione di spazi che di compenetrano.

Il risultato è una dimensione privata del vivere che si esprime nella circolarità delle singole “celle” e che dà voce non solo alle attività della vita quotidiana, ma anche ad un bisogno imprescindibile di pausa e silenzio. La presenza della corte interna manifesta questo bisogno di riflessione. Tuttavia, il vuoto delle antiche corti è traslato in una nuova ed originale posizione, perdendo la sua centralità e riattivando un processo di comunicazione che osmoticamente collega l’intimità degli spazio domestici ad un rapporto individuale con il mondo circostante.

Gruppo di Progettazione: Dott. Rita Brighel, Arch. Alessandra Pette, Arch. Federico Guerriero, Arch. Gianni Guerriero
Plastici: Arch. Federico Guerriero, Arch. Gianni Guerriero, Arch. Aurelio Calderisi
Strutture: Ing. Emilia Galiffa – c/o SERTEC s.a.s
Direzione dei Lavori: Arch. Luigi Cafiero, Ing. Claudio Corti

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